Il territorio del Vulture, storicamente, non era solo un punto strategico di collegamento fra il nord e il sud della penisola italica, ma anche un luogo di rifornimento di derrate alimentari di qualità.
Nella diffusione dell’olivicoltura, un ruolo determinante fu quello dei monaci benedettini e cistercensi, che, spinti anche dalle necessità liturgiche relative al cristianesimo, contribuirono notevolmente alla diffusione dell’olivo sulle pendici del Vulture, particolarmente vocate grazie alle origini vulcaniche.
Una coltura che negli ultimi decenni ha conosciuto un notevole incremento, soprattutto in termini di qualità, attraverso la modernizzazione dei frantoi, il risanamento degli impianti tradizionali e la razionalizzazione delle tecniche di raccolta e lavorazione.